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L’incontro di due mondi: esplorando l'utilità dei social media per i professionisti degli archivi

 Tempo di lettura: 3 min

 

Viviamo in un’epoca digitale, ormai questa realtà è innegabile. Tuttavia, quando si parla di integrare la comunicazione digitale con il mondo degli archivi, spesso ci si scontra con uno scetticismo diffuso. A primo impatto, questi due ambiti sembrano opposti, se non addirittura inconciliabili. Sembra quasi impossibile che gli strumenti di comunicazione moderni, come i social media, possano realmente contribuire alla valorizzazione di tesori culturali, come gli archivi.

È normale e naturale che in tutti gli ambiti ci sia una resistenza alla novità, soprattutto a quella tecnologica.

Nel Fedro, Platone fa dire a Socrate che per un certo tipo di sapere la scrittura ai suoi albori è disumana, poiché non è in grado di insegnare nulla di vero e può portare alla perdita della memoria e alla sostituzione del vero sapere con una semplice imitazione. Ovviamente la scrittura dimostrerà poi di avere moltissimi pregi, come oggi sappiamo bene.

Vale la pena, tornando al presente, considerare i vantaggi che le nuove tecnologie e i nuovi canali comunicativi come i social media possono portare a chi si occupa delle attività più varie. Questi canali negli ultimi anni si sono, infatti, affermati come potenti piattaforme per condividere idee, informazioni, notizie.

Questo vale anche per gli archivi e gli archivisti? E soprattutto, ha senso per chi fa questo lavoro investire tempo e risorse in questo tipo di attività?

In realtà sono proprio gli stessi archivisti coloro che hanno le capacità e la preparazione adeguata a creare una narrazione attorno alla documentazione di cui si occupano.
Si sta iniziando a riscontrare che, se utilizzati in modo consapevole, questi canali offrono un incredibile potenziale per valorizzare e promuovere il vasto tesoro di documenti storici e culturali custoditi negli archivi di tutto il mondo.

 
Accessibilità e democratizzazione dell'informazione

I social media offrono un accesso immediato e globale a ciò che su di essi viene condiviso. Potenzialmente pubblicando fotografie, documenti, racconti e curiosità, è possibile raggiungere un vastissimo pubblico di appassionati, studenti, ricercatori e semplici curiosi. Questo permette una democratizzazione dell'informazione, rompendo le barriere fisiche e linguistiche che possono limitare l'accesso agli archivi tradizionali.

I social media, come emerge da numerose ricerche e sondaggi, sono spesso utilizzati per reperire notizie e informazioni, soprattutto per quanto riguarda gli eventi attuali.

Se è prevedibile che le fasce di età più alte usino i social con questo scopo, in realtà anche i più giovani spesso hanno la stessa finalità. Da un sondaggio dello scorso dicembre emerge che per gli utenti fra i 12 e i 18 anni «i social nel 35% dei casi permettono di reperire notizie e informazioni; nel 28% consentono agli adolescenti di imparare cose nuove» (fonte: GDPR Scuola). Non solo, da una ricerca di GWI emerge che il podio dei social più usati per reperire informazioni è occupato da: X (60,6%), Facebook (58,7%) e Instagram (52,5%). Questo perché ogni canale ricopre un ruolo differente in base alla navigazione, ai contenuti proposti e all'età degli utenti.

Infine, creare dei contenuti con informazioni verificate dall'uso di fonti valide non può che essere un valore aggiunto per il mondo digital.

 
Coinvolgimento del pubblico e creazione di comunità

I social media favoriscono il coinvolgimento del pubblico attraverso la condivisione di contenuti interessanti e interattivi. È possibile organizzare sondaggi, concorsi, discussioni ed eventi online per stimolare l'interesse e la partecipazione attiva del pubblico. Uno dei punti focali di quest’attività è, infatti, la creazione di una comunità di persone con interessi affini, che poi potrà anche “uscire” allo scoperto e formare comunità non solo nel mondo digitale, ma anche in quello materiale.

Inoltre, si possono raccogliere feedback e contributi preziosi che arricchiscono la comprensione e l'interpretazione del patrimonio culturale.

 
Conservazione, valorizzazione e preservazione digitale

Utilizzare i social media per condividere il patrimonio culturale degli archivi contribuisce anche alla sua conservazione e preservazione a lungo termine. La digitalizzazione dei documenti storici e la loro pubblicazione online proteggono gli originali dall'usura e dal deterioramento, consentendo al contempo un accesso continuo e illimitato alle generazioni future.

La pubblicazione sui social media ha due scopi, più o meno evidenti. La valorizzazione è l’attività primaria, trattandosi di comunicazione e creazione di esperienze digitali. Va da sé, in luce di tutto ciò che abbiamo appena sottolineato, che la documentazione e i saperi che un archivio custodisce emergono anche attraverso questo canale intercettando un pubblico molto vasto.

Il secondo utilizzo dei social è quello di conservare, creando un archivio dei propri post (che contengono documenti, riflessioni, attività, eventi, etc.) e mettendo a disposizione del pubblico il proprio patrimonio dematerializzato, consentendo un accesso continuo e illimitato; si pensi ai cataloghi online, lo stesso vale per il canale social ma con la possibilità di creare una narrazione.

 
Promozione del turismo culturale e dello sviluppo locale

I social media possono essere uno strumento efficace per promuovere il turismo culturale e lo sviluppo locale. Gli archivi custodiscono spesso tesori nascosti e storie affascinanti che possono attrarre visitatori da tutto il mondo. Condividere queste gemme culturali sui social media non solo ne aumenta la visibilità, ma può anche contribuire alla crescita economica e alla valorizzazione sia del proprio ente che delle comunità locali.

 
Creazione di comunità

I social media facilitano la collaborazione e il networking tra archivisti, istituzioni culturali, ricercatori e appassionati di storia. Piattaforme come Twitter e LinkedIn permettono agli archivisti di connettersi, condividere esperienze, scambiare conoscenze e collaborare su progetti comuni, promuovendo così una maggiore condivisione e diffusione del patrimonio culturale.

Internet è il regno del principio della “coda lunga”, in cui qualsiasi contenuto, anche quello più di nicchia, online trova un pubblico interessato grazie alla sua natura decentralizzata.

In conclusione, è essenziale considerare il potenziale che i social media rappresentano come strumento per valorizzare il patrimonio culturale degli archivi. Utilizzare in modo efficace queste piattaforme può contribuire significativamente a diffondere la ricchezza della nostra storia e cultura per le generazioni presenti e future.

 
Un invito a esplorare il futuro della comunicazione degli archivi

Per esplorare queste possibilità, è necessario non solo saper utilizzare i social, ma anche declinare quello che si sa all’ambito dell’archivistica. Una sfida doppia, perché la comunicazione sui social media è un campo molto più complesso di quanto possa sembrare a prima vista, non si tratta semplicemente di premere il pulsante “Pubblica”. Inoltre, è essenziale comprendere appieno la metodologia e capire come comunicare in modo efficace e responsabile il contesto e le specificità dell'ambito archivistico. Per coloro che desiderano approfondire queste tematiche è disponibile il corso online Comunicare gli archivi nel mondo digitale (18-25 maggio 2024).

Questo webinar di due giornate offre una panoramica completa delle migliori pratiche per utilizzare i social media declinate nell’ambito dell'archivistica. Lo scopo è fornire informazioni ma soprattutto strumenti pratici e strategie efficaci per creare contenuti coinvolgenti, promuovere il patrimonio culturale, interagire con il pubblico in modo significativo e costruire una comunità attorno alla propria attività.

Unisciti a noi nel plasmare il futuro della comunicazione archivistica e nell'aprire le porte del passato a una nuova generazione di appassionati e studiosi.

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